Guardando i Tg cerco sempre di non sconvolgermi troppo per tutte le brutte notizie che ci vengono propinate quotidianamente perché oggettivamente, tra omicidi, stragi, alluvioni, terremoti, tasse e inflazione, povertà, corruzione, mafia e politica catastrofica non c'è da stare allegri.
Però questa storia della FIAT la trovo veramente allucinante, sarà anche perché mi sento praticamente torinese e avevo un nonno che ha lavorato in FIAT per una vita intera. Purtroppo non mi intendo molto di questioni del genere, però una piccola idea personale me la sono fatta, e mi sento di paragonare tutta la faccenda ad un ricatto bello e buono, davanti agli occhi di tutti, dove a farne le spesa, come al solito, sono i poveri lavoratori, che in questi giorni si ritrovano a scegliere tra la loro dignità - ma in pratica la perdita certa del lavoro - o il tenersi il lavoro - ma vedendo i loro diritti calpestati e le loro mansioni rese ancora più pesanti -. Della serie: "o accetti e subisci passivamente le decisioni del padrone, oppure alzi la testa e il capo piglia tutto e se ne va". Ma è mai possibile? Perché tutto questo viene tollerato in un Paese considerato (probabilmente a torto) un Paese civile? Devo ammettere che sono rimasta scandalizzata. Com'è possibile che si stia sorvolando totalmente sugli accordi esistenti a livello nazionale? E soprattutto che le decisioni riguardanti la vita di uno stabilimento (di tale importanza, anche storica e culturale!) siano messe nelle mani di un solo individuo che può scegliere da un giorno all'altro di spostare la produzione dall'altra parte del mondo? A che diritto, con che titolo? Fingendo oltretutto di mettere la scelta nelle mani dei lavoratori, proponendo un democratico referendum.
Io non mi sento né un'ingenua né un'illusa ma certe cose mi lasciano davvero senza parole quando per tanti si tratta di avvenimenti del tutto normali e accettabili. Per favore, ditemi che non sono l'unica.
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